ARCADIA93
 

Paganesimo, Sciamanesimo, Gnosi, Thelema, Magia Stellare

 



AIN SOPH AUR
 

“Ogni Uomo e ogni Donna è una Stella” 

di Aiwass418

 

 

Il principio filosofico dell’unione degli opposti sta alla base sia dell’esistenza interiore ed esteriore dell’essere umano quanto di quella dell’universo e delle leggi che lo governano. Da esso, ogni qual volta lo riconosco pulsare nella mia più intima comprensione,  rimango sempre colpito, profondamente scosso, ne ricevo sempre nuova energia vitale, cellulare, intellettuale, ed in virtù di esso astraggo sintesi, di diverse multicolori perfezioni. 

E’ l’unione degli opposti che avviene in me a generare la vita, il desiderio ed il piacere di esprimerla e raccontarla. Dipingendo la luce che si manifesta e si apre nei colori degli elementi fondamentali dell’universo, proprio perché sono vivo, scrivo. Per far passare attraverso me onde d’energia vitale, rifrangendole come fa uno specchio, lasciandole andare tali come vengono, senza alterarne alcun particolare, imparziale osservatore con gli occhi trasparenti come il nulla. Così non sono io a scrivere ma è l'universo che esiste autocosciente, ed io posso rilassarmi nella più sublime dispersione del sè.

In questo spazio d’illimitata completezza, di vuoto autocosciente, è concesso il dono della comprensione, una gnosi onnipervadente ed innata per la quale tutto è bene, tutto è perfetto, simbiotico, sincronico, interdipendente.

Da ciò deduco che l’energia che si sprigiona dall’unione degli opposti è la forza motrice degli universi, ovvero l’amore, il magnetismo che unisce gli atomi e che mantiene in equilibrio e in movimento le stelle ed i pianeti. Quella stessa forza che si sprigiona in me, in questo preciso istante, nell’abbraccio magnetico tra il vuoto fisso e trascendente, che è la natura originale della mente, e la consapevolezza autorisplendente, dinamica ed ascensionale, che s’innalza dalla radice della vita.

 Non c’è che dire, ho fatto fatica a comprendere. Come se la cosa più difficile sia quella di essere semplicemente  degli esseri umani. Cos’altro, direte voi... oh si, tutto ciò che un qualsiasi individuo di questo pianeta, compreso me stesso, vorrebbe essere, ma non può, non riesce senza alterare la propria originaria natura, tutto ciò che potrebbe dargli la gratificazione di sentirsi diverso, superiore, eccellente, fosse anche la grazia di Dio, esclusivamente infusa per generare un nuovo eletto di turno. Tutto ciò che lo può imprigionare, in una gabbia che, per tanto dorata che sia, resterà sempre tale. Curiosa è la mente, ed ingannevole il suo gioco.

Precipitato in questo misterioso e morbido esilio, in quest’isola di sole e di vento, lo specchio nero d’ossidiana, che il suo corpo ardente di lava immobile e fredda contiene, ha rifranto il mio volto così come mai ho veduto, una trasparenza che lascia intravedere il nulla,  ed in esso universi pulsanti di luce infinita e vita e volti, un’infinità di volti e di storie, provenienti da ogni parte del cosmo, ognuna di esse unica, geniale, perfetta, completa in se stessa.

Che io sia tutto questo e molto altro ancora? Che io sia di tutto ciò l’estrema sintesi, pur essendo io un volto ed una storia fra tante, che io sia, come tutti lo sono, il punto in cui tutto ritorna alla propria sorgente?

Con la stessa leggerezza con cui me lo posso chiedere, ora, così tocco il cielo più alto, fondato nel centro profondo del mio abisso, seduto nel centro del vuoto pulsante, salmodiando un’antica nenia, che inneggia alla libertà. In questo fondo di mare, su questa pietra nera, divengo luce senza limiti, libertà assoluta, nulla autocosciente; congiunti infine, l’Alto e il Basso, il Basso e l’Alto, divengono il miracolo della Cosa Una. “Ogni Uomo e ogni Donna è una Stella.” 

Si! E sia celebrato in questo modo il più antico rituale che, senza gesti e parole, ridia all’essere umano la sua primordiale libertà e renda l’amore la forza che libera e che vince, che unisce e che moltiplica, che trasforma e che rigenera.

 

Nel mese d’Agosto del 1980, ebbi a Palermo l’avvistamento di un oggetto volante che ancora è impresso nella memoria.

Mi è sembrato per un attimo che la realtà scricchiolasse in modo sinistro, che le fondamenta della mia mente venissero scosse, o meglio che le fondamenta di ciò che la mia mente considerava la realtà venisse percorsa dallo stridore di uno schermo che si lacera, e che lascia trasparire altre possibilità di reale, sorprendenti fino al punto di far male, di fare paura.

Erano le sette del mattino, e mi trovavo al porto del capoluogo siciliano, dopo una notte trascorsa sulla spiaggia di Mondello. Seduto su una panchina assistevo al risveglio della città, con i primi pochi passanti, lenti movimenti di spazzini e la bicicletta di un lavoratore frettoloso che scorreva veloce in fondo alla piazza. Spostando il mio sguardo verso Monte Pellegrino, che sovrasta il porto con la sua massiccia presenza, accadde quell’attimo di magia che, se pur raro, imprime un segno indelebile nella memoria e nella coscienza di chi lo vive.
Un UFO discoidale, argenteo, privo di oblò e di qualsiasi segno distintivo, delle dimensioni all’incirca di venti metri di diametro, stava fluttuando silenzioso nel cielo, proprio di fronte la cima di Monte Pellegrino, compiendo un’elegante e stretta virata che lo portò sopra  il profilo della montagna, stagliato nel cielo azzurro della già calda mattina d’Agosto.

Si trattò di pochi secondi, attimi con il respiro sospeso e gli occhi spalancati  di fronte a qualcosa che ribaltava in un istante ogni sicurezza. Il disco volante, lento e silenzioso, scomparve progressivamente, come se lo vedessi entrare un po’ alla volta oltre una parete che ai miei occhi aveva però le sembianze del cielo, azzurro, limpido e trasparente.


Ebbene la cosa più impressionante fu, non tanto la sua presenza, la visione destabilizzante di qualcosa che scardina totalmente la cognizione ordinaria della mente ma, proprio la sua scomparsa nel nulla, ovvero oltre una parete di nulla.

Come se in quel momento nella mia mente si fosse impresso il punto al quale sarei giunto molti anni dopo, si fosse aperta una finestra tra il punto più profondo e oscuro e quello più alto e luminoso del mio essere e viceversa, annullando il potere del tempo e del divenire, in quell’attimo di tanti anni fa mi trovai già seduto sulla pietra nera di questo eremo quieto e ventoso, a contemplare l’universo vuoto e autocosciente che, rimanendo pur sempre immanifesto, genera distrugge rigenera in se stesso la danza giocosa della manifestazione illusoria di sé. Tutto è presente, tutto è già compiuto, da sempre e per sempre esistente nel Nulla.

“Ogni Uomo e ogni Donna è una Stella.”

 

AIN "Nulla"

AIN SOPH "Senza fine"

AIN SOPH AUR "Luce infinita"
 

 

 

 

Già Procopio