Al controllo delle coscienze
per mezzo delle arti sottili dell'inganno e della menzogna si unisce la
prepotenza dell'oppressione sociale esercitata attraverso l'imperialismo
industriale, l'aggressione militare, le logiche perverse della politica
internazionale.
Le forze occulte che gestiscono l'impero sono ben consapevoli delle forze
in gioco e dello scenario reale che sovrasta il palcoscenico di questo
mondo virtuale. Stringono interi popoli nella morsa del terrore, infondono
in altri l'illusione di essere i padroni. Controllano gli individui
gestendoli come pedine virtuali di un gioco basato su regole totalmente
diverse da quelle che l'uomo conosce.
Utilizzano gli strumenti della repressione e della aggressione dei governi
padroni per mantenere soffocato, per estinguere, il grido della libertà
che infuoca l'animo dei popoli oppressi e che li mantiene vivi e reali.
Il pensiero va ai molti popoli nel mondo, a tutt'oggi afflitti dalla
schiavitù della strumentalizzazione industriale, dall'occupazione dei
propri territori e dallo sfruttamento incondizionato delle risorse
naturali, dall' estirpamento delle proprie radici, della propria cultura,
dalla negazione del proprio diritto di autoaffermarsi e autorealizzarsi
come popolo libero e sovrano del proprio territorio indipendente.
Lotta di popolo e resistenza
Ogni popolo che nella storia
ha combattuto per la libertà ha tradotto in forza e vitalità, intelligenza
e creatività, ferocia e gentilezza, il fuoco sacro che esiste all'origine
di ogni popolo e di ogni essere umano.
E se da una parte la logica della sopraffazione che stabilisce l'ordine
imperialista impone il dominio oppressivo di un popolo su un altro,
dall'altra una grande forza di libertà, di autonomia ed autogestione, di
auto-affermazione della propria identità continua ad infondere negli
uomini quegli stessi sentimenti e pensieri che danno origine ai moti di
insurrezione, ai movimenti di resistenza e di lotta per la libertà, che
vediamo anche oggi all'opera nel mondo.
Ritenendo storicamente plausibile l'utilizzo della resistenza armata da
parte di un popolo che vede minacciata la sua libertà e la sua sovranità,
si può legittimare la scelta, così difficile e dolorosa, della
intransigente resistenza alle forze di oppressione da parte di quei gruppi
indipendentisti che da decenni lottano, tra difesa dei diritti civili e
lotta armata, in alcune e precise zone del pianeta per conquistare una
libertà tanto importante quanto negata ed offesa.
Intere etnie che hanno visto negato loro nei secoli, il diritto di
esistere, di pensare e parlare nella propria lingua, di coltivare le
proprie tradizioni e crescere liberamente in consapevolezza e cultura.
Interi popoli schiacciati da dominazioni che ritengono legittima
l'estinzione di una razza a favore delle leggi dell'economia, della
globalizzazione e del nazionalismo.
Tanto per restare in Europa, al centro dello scacchiere internazionale,
sono molti i focolai di indipendentismo, ma quelli storici e più
sviluppati sembrano percorrere la costa atlantica dove troviamo popoli che
derivano da antichi e forti insediamenti etnici pre-cristiani.
Molti popoli atlantici dell'Europa, come Scozzesi, Irlandesi e Bretoni,
storicamente in lotta di indipendenza, custodiscono radici celtiche. Il
popolo basco, dall'origine più antica e misteriosa, è compresso tra
l'aggressivo massiccio governo spagnolo e quello più isterico francese.
Nelle carceri spagnole, francesi, e britanniche, sono ancora oggi
segregati centinaia di prigionieri politici, detenuti a causa della loro
lotta di resistenza e di indipendenza.
Il mondo civile, l'industrializzata Europa, le moderne democrazie
condannano, criminalizzano, demonizzano uomini e donne che lottano per un
diritto di libertà ritenuto inalienabile dalla costituzione di ogni
Nazione del mondo. Ancora sangue è sparso ed è figlio del peggiore nemico,
l'ignoranza.
Il
recupero della cultura originaria
La lotta per una autonomia
nazionale, per la totale indipendenza civile e politica che anima questi
antichi popoli europei scaturisce dall'esigenza di libertà, di equità e di
diritto della cui privazione, essi hanno da secoli patito.
Non è dal cieco nazionalismo che essi attingono la loro forza. Ma nel
sentimento più nobile della libertà, insegnata come rispetto, fratellanza
e mutua collaborazione tra i popoli.
Attingono la loro forza nelle piazze delle città e dei paesi, dove ancora
tra la folla, sputano sangue contro l'oppressore e dove celebrano i riti
pagani all'amore e alla libertà, figli di una religione senza nome. La
rivalutazione delle antiche tradizioni culturali, la cura degli idiomi
originari, del folklore, l'immenso patrimonio della leggenda popolare,
conduce alla ricerca della grande Origine. Grande Origine che ogni antico
popolo custodisce nella conoscenza più profonda. Del resto questi popoli
possiedono tradizioni culturali e religiose pre-cristiane molto attive e
sia i Celti che i Baschi vengono definiti pagani e dediti alla stregoneria
da storici e missionari cristiani, almeno fino al relativamente recente
decimo secolo. Naturalmente questi riti, già in queste testimonianze ma
molto di più nei secoli successivi, sono stati totalmente condannati dalla
rampante chiesa cattolica che prendendo piede in Europa, cominciava a
tessere la sua tela di terrore, violenza e feroce oscurantismo.
Il tribunale della Santa Inquisizione fu istituito per debellare il
paganesimo imperante in Europa e sul rogo non vennero bruciati solo
migliaia di donne e uomini in tutto il continente ma venne distrutto anche
l'intero patrimonio di cultura e spiritualità che queste tradizioni
magiche tramandavano fin dalle epoche remote delle origini.
Queste tradizioni costituivano il patrimonio culturale più antico delle
popolazioni europee, il retaggio di religioni primordiali. L'intera Europa
venne influenzata dal movimento magico e furono molti i regni medioevali
costituiti sulle fondamenta di un potere più magico che militare o
politico.
L'azione dell'Inquisizione fu tanto criminale quanto efferata e
sistematica. Oltre alla carneficina di innocenti il tribunale cattolico
operò un'altra delle sue occulte manipolazioni della mente umana, ancora
una volta mentendo ed ingannando. Demonizzando l'impulso primordiale
dell'essere a vivere nella libertà e nella purezza. Soffocando nel sangue
l'innocenza di donne e uomini che non avevano perduto la natura
originaria. Passando alla storia la perversa cronaca della fine ingloriosa
dei figli del demonio che avevano terrorizzato l'Europa.
I tempi hanno reso più sottili le barbarie e più astute le strategie.
L'oppressione dei popoli rimane una costante nel mantenimento dell'ordine
costituito. Rimangono inalterati gli occhi degli oppressori e gli spettri
dei carnefici abitano le loro anime di piombo. I popoli in lotta per la
propria indipendenza sono ancora in cammino alla ricerca della loro
origine, alla ricerca della libertà che è condizione propria dell'uomo
primordiale.
L'uomo
primordiale
Ciò che l'Inquisizione ha
cercato di distruggere per sempre, occultandone ed alterandone la stessa
testimonianza storica è del resto una cultura che appartiene a uomini
originari, dotati di poteri straordinari agli occhi dei mortali.
Di essi si narra nelle antiche leggende che ancora si raccontano, ora
ammantate di mistero e di paura, così trasfigurate agli occhi di popoli
che più anticamente videro le glorie dei regni fiorire grazie alla magica
potenza di questi uomini-dei.
Solo successivamente, sciamanici rituali celebrati sull'ombelico del mondo
per mezzo delle potenze della madre terra, divennero riti satanici e orge
demoniache, nel mirino dei ministri della chiesa di Roma. E le genti dei
regni d'Europa vittime delle superstizioni cristiane cominciarono a temere
i poteri dei maghi e delle streghe come arti del demonio.
Quale fosse l'origine di questi uomini e queste donne rimane forzatamente
un mistero, come anche da dove attingessero la loro conoscenza ed i loro
poteri. Essi avevano certamente un profondo legame con la Terra, con gli
Elementi e con le energie dell'universo invisibile. Non provenivano
certamente dalle oscure dimore degli uomini del tempo. Abitavano nelle
grotte, nei boschi, dove celebravano i rituali di una esistenza innocente
e primordiale, evocata in essi come abitacoli della pura divinità. Erano
forse scaturiti dalle caverne, figli della pietra custode di millenari
misteri, abitanti delle profonde cavità dove un'altra luce illumina gli
uomini. Erano nomadi, amanti della vita e della gioia.
Sottraendosi alle leggi e alle frontiere, vissero come uomini liberi e
potenti, coltivando nell'istinto dei popoli il desiderio irrefrenabile
alla liberà, all'indipendenza, alla liberazione.
Così vennero chiamati streghe e stregoni, banditi e ricercati, follemente
processati e trucidati da un potere che ha sempre lo stesso volto, lo
stesso spietato sorriso di ghiaccio.
E se quello stesso spirito di libertà e potenza che animava il popolo
magico d'Europa anima l'anelito di libertà di ogni tempo, se esso anima
ancora la lotta di indipendenza e di libertà dei popoli originari allora
non è cambiato neppure lo spietato sorriso degli oppressori, anche se non
sono più addobbati con le palandrane degli inquisitori ma con le divise di
eserciti usurpatori della libertà, prevaricatori di diritti civili,
sanguinari repressori strumentalizzati da logiche che travalicano i meri
interessi di unità nazionale ed ordine pubblico, oltre il campo d'azione
delle forze occulte che manovrano il mondo e che detengono l'umanità
schiava.
E se lo scenario è sostanzialmente invariato, con il mutare dei tempi,
inalterata l'identità degli oppressori e degli oppressi, allora è lecito
pensare che la medievale Akelarre degli uomini liberi sia ancora la
misteriosa regista della invincibile Resistenza.
E che tutti i popoli che ancora lottano per la propria indipendenza siano
animati da quell'antico spirito, fatto di magia e libertà, amore e
sacralità, che ha percorso i popoli dell'Europa medievale.
Con un po' di fantasia potremmo pensare che gli stessi esponenti più
influenti dell'Akelarre del tempo, siano presenti oggi, scampati alle
fiamme dei roghi e alla violenza dei secoli, all'implacabilità della morte
in virtù dei loro soprannaturali poteri.
Akelarre
La parola Akelarre appartiene
alla lingua Euskara, l'antico idioma delle popolazioni basche, che ancora
oggi mantiene misteriosa la sua origine.
Comunemente definisce un genere di rituale religioso pre-cristiano. Il
nome sembra essere composto da aker (capro) e larre (prato-pascolo).
Grazie alla intransigente azione della Chiesa ogni informazione riguardo
il paganesimo basco è stata soppressa ed occultata ed alla parola Akelarre
sono stati dati oscuri e confusi connotati di messa nera, di orgia con il
sacrificio di un capro e l'adorazione del demonio. Alcune fonti ritengono
che Akelarre è il nome di una valle in Navarra (una delle sette provincie
basche) fortemente interessata alla presenza e all'azione di gruppi magici
nell'epoca medievale.
La natura fortemente nomade di questi gruppi, la loro cultura tribale e
matriarcale, costituì, su vari assi in Europa, duraturi legami e profonde
consapevolezze tra le molteplici etnie originarie. La forza che essi
svilupparono in quell'epoca servì loro a resistere agli oppressori della
libertà e del diritto, attraverso i secoli.
Occulte potenze che usando l'oppressione politica, militare e religiosa,
hanno da sempre teso a estinguere in queste etnie il fuoco originario che
le rende indomite e ribelli.
Etnie percorse da una forza che sembra non avere tempo, che non conosce
barriere e frontiere, che tende ad unire gli uomini, a sintonizzarne le
menti verso un'unica direzione, a sincronizzare la volontà, i sogni, le
lotte degli uomini in un'unica mente protesa alla libertà. Una forza
misteriosa che percorre la percezione inconscia di queste popolazioni, che
occupa gli spazi più segreti dell'essere. Sembra possedere una logica che
trascende la concettualizzazione dualistica di bene e di male, sembra
esprimersi attraverso il potenziale creativo del libero pensiero,
utilizzando ideologie e cultura come canali di comunicazione e di azione.
Sembra concepire una esistenza anarchica, priva di regole e conflitti,
priva di repressori, tribunali e carceri, fondata sull'autogestione,
sembra prefigurare una civiltà priva della proprietà privata e della
prevaricazione, priva dell'oppressione sessuale, umana e politica. Sembra
raccontare una terra viva dove gli uomini sono liberi e felici. Sembra
concepire un mondo dove la libera coscienza degli individui sia talmente
in sintonia da manifestarsi come un unica mente, come un unico essere, Re
e Regina di un regno di equità, di felicità e di pace.
L'Akelarre è la forza che ancora vive nel cuore dell'Europa, attraverso il
tempo ha custodito le antiche eredità di conoscenza e saggezza, ha
coltivato la sua genealogia, ha mantenuto accesi i fuochi degli antichi
poteri.
Non sono estinte le antiche tribù. E non può morire la loro volontà di
liberazione.
I territori a popolazione basca, divisi da secoli tra Francia e Spagna,
scossi fino ad oggi dalla violenza, dalla repressione, dalla violazione
dei diritti civili, nel cuore della industrializzata ed acculturata
Europa, sono l'emblema scelto di uno stato di oppressione a cui troppi
popoli sono ancora sottomessi, sono l'emblema di una libertà per cui
troppo sangue è ancora sparso nel mondo.
L'Euskal Herria è forse il fulcro di quella immortale Akelarre che ha
mantenuto accesa la fiaccola della Resistenza nei secoli, che oggi si
manifesta nella nostra consapevolezza di essere veri uomini e vere donne,
figli di una Libertà che si dichiara immortale e che noi oggi possiamo
riconquistare.