AKELARRE
di Carlo Barbera

 

Oppressione, Resistenza e Uomo Primordiale


Al controllo delle coscienze per mezzo delle arti sottili dell'inganno e della menzogna si unisce la prepotenza dell'oppressione sociale esercitata attraverso l'imperialismo industriale, l'aggressione militare, le logiche perverse della politica internazionale.
Le forze occulte che gestiscono l'impero sono ben consapevoli delle forze in gioco e dello scenario reale che sovrasta il palcoscenico di questo mondo virtuale. Stringono interi popoli nella morsa del terrore, infondono in altri l'illusione di essere i padroni. Controllano gli individui gestendoli come pedine virtuali di un gioco basato su regole totalmente diverse da quelle che l'uomo conosce.
Utilizzano gli strumenti della repressione e della aggressione dei governi padroni per mantenere soffocato, per estinguere, il grido della libertà che infuoca l'animo dei popoli oppressi e che li mantiene vivi e reali.
Il pensiero va ai molti popoli nel mondo, a tutt'oggi afflitti dalla schiavitù della strumentalizzazione industriale, dall'occupazione dei propri territori e dallo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali, dall' estirpamento delle proprie radici, della propria cultura, dalla negazione del proprio diritto di autoaffermarsi e autorealizzarsi come popolo libero e sovrano del proprio territorio indipendente.

 

Lotta di popolo e resistenza


Ogni popolo che nella storia ha combattuto per la libertà ha tradotto in forza e vitalità, intelligenza e creatività, ferocia e gentilezza, il fuoco sacro che esiste all'origine di ogni popolo e di ogni essere umano.
E se da una parte la logica della sopraffazione che stabilisce l'ordine imperialista impone il dominio oppressivo di un popolo su un altro, dall'altra una grande forza di libertà, di autonomia ed autogestione, di auto-affermazione della propria identità continua ad infondere negli uomini quegli stessi sentimenti e pensieri che danno origine ai moti di insurrezione, ai movimenti di resistenza e di lotta per la libertà, che vediamo anche oggi all'opera nel mondo.
Ritenendo storicamente plausibile l'utilizzo della resistenza armata da parte di un popolo che vede minacciata la sua libertà e la sua sovranità, si può legittimare la scelta, così difficile e dolorosa, della intransigente resistenza alle forze di oppressione da parte di quei gruppi indipendentisti che da decenni lottano, tra difesa dei diritti civili e lotta armata, in alcune e precise zone del pianeta per conquistare una libertà tanto importante quanto negata ed offesa.
Intere etnie che hanno visto negato loro nei secoli, il diritto di esistere, di pensare e parlare nella propria lingua, di coltivare le proprie tradizioni e crescere liberamente in consapevolezza e cultura.
Interi popoli schiacciati da dominazioni che ritengono legittima l'estinzione di una razza a favore delle leggi dell'economia, della globalizzazione e del nazionalismo.
Tanto per restare in Europa, al centro dello scacchiere internazionale, sono molti i focolai di indipendentismo, ma quelli storici e più sviluppati sembrano percorrere la costa atlantica dove troviamo popoli che derivano da antichi e forti insediamenti etnici pre-cristiani.
Molti popoli atlantici dell'Europa, come Scozzesi, Irlandesi e Bretoni, storicamente in lotta di indipendenza, custodiscono radici celtiche. Il popolo basco, dall'origine più antica e misteriosa, è compresso tra l'aggressivo massiccio governo spagnolo e quello più isterico francese. Nelle carceri spagnole, francesi, e britanniche, sono ancora oggi segregati centinaia di prigionieri politici, detenuti a causa della loro lotta di resistenza e di indipendenza.
Il mondo civile, l'industrializzata Europa, le moderne democrazie condannano, criminalizzano, demonizzano uomini e donne che lottano per un diritto di libertà ritenuto inalienabile dalla costituzione di ogni Nazione del mondo. Ancora sangue è sparso ed è figlio del peggiore nemico, l'ignoranza.

 


Il recupero della cultura originaria


La lotta per una autonomia nazionale, per la totale indipendenza civile e politica che anima questi antichi popoli europei scaturisce dall'esigenza di libertà, di equità e di diritto della cui privazione, essi hanno da secoli patito.
Non è dal cieco nazionalismo che essi attingono la loro forza. Ma nel sentimento più nobile della libertà, insegnata come rispetto, fratellanza e mutua collaborazione tra i popoli.
Attingono la loro forza nelle piazze delle città e dei paesi, dove ancora tra la folla, sputano sangue contro l'oppressore e dove celebrano i riti pagani all'amore e alla libertà, figli di una religione senza nome. La rivalutazione delle antiche tradizioni culturali, la cura degli idiomi originari, del folklore, l'immenso patrimonio della leggenda popolare, conduce alla ricerca della grande Origine. Grande Origine che ogni antico popolo custodisce nella conoscenza più profonda. Del resto questi popoli possiedono tradizioni culturali e religiose pre-cristiane molto attive e sia i Celti che i Baschi vengono definiti pagani e dediti alla stregoneria da storici e missionari cristiani, almeno fino al relativamente recente decimo secolo. Naturalmente questi riti, già in queste testimonianze ma molto di più nei secoli successivi, sono stati totalmente condannati dalla rampante chiesa cattolica che prendendo piede in Europa, cominciava a tessere la sua tela di terrore, violenza e feroce oscurantismo.
Il tribunale della Santa Inquisizione fu istituito per debellare il paganesimo imperante in Europa e sul rogo non vennero bruciati solo migliaia di donne e uomini in tutto il continente ma venne distrutto anche l'intero patrimonio di cultura e spiritualità che queste tradizioni magiche tramandavano fin dalle epoche remote delle origini.
Queste tradizioni costituivano il patrimonio culturale più antico delle popolazioni europee, il retaggio di religioni primordiali. L'intera Europa venne influenzata dal movimento magico e furono molti i regni medioevali costituiti sulle fondamenta di un potere più magico che militare o politico.
L'azione dell'Inquisizione fu tanto criminale quanto efferata e sistematica. Oltre alla carneficina di innocenti il tribunale cattolico operò un'altra delle sue occulte manipolazioni della mente umana, ancora una volta mentendo ed ingannando. Demonizzando l'impulso primordiale dell'essere a vivere nella libertà e nella purezza. Soffocando nel sangue l'innocenza di donne e uomini che non avevano perduto la natura originaria. Passando alla storia la perversa cronaca della fine ingloriosa dei figli del demonio che avevano terrorizzato l'Europa.
I tempi hanno reso più sottili le barbarie e più astute le strategie. L'oppressione dei popoli rimane una costante nel mantenimento dell'ordine costituito. Rimangono inalterati gli occhi degli oppressori e gli spettri dei carnefici abitano le loro anime di piombo. I popoli in lotta per la propria indipendenza sono ancora in cammino alla ricerca della loro origine, alla ricerca della libertà che è condizione propria dell'uomo primordiale.

 


L'uomo primordiale


Ciò che l'Inquisizione ha cercato di distruggere per sempre, occultandone ed alterandone la stessa testimonianza storica è del resto una cultura che appartiene a uomini originari, dotati di poteri straordinari agli occhi dei mortali.
Di essi si narra nelle antiche leggende che ancora si raccontano, ora ammantate di mistero e di paura, così trasfigurate agli occhi di popoli che più anticamente videro le glorie dei regni fiorire grazie alla magica potenza di questi uomini-dei.
Solo successivamente, sciamanici rituali celebrati sull'ombelico del mondo per mezzo delle potenze della madre terra, divennero riti satanici e orge demoniache, nel mirino dei ministri della chiesa di Roma. E le genti dei regni d'Europa vittime delle superstizioni cristiane cominciarono a temere i poteri dei maghi e delle streghe come arti del demonio.
Quale fosse l'origine di questi uomini e queste donne rimane forzatamente un mistero, come anche da dove attingessero la loro conoscenza ed i loro poteri. Essi avevano certamente un profondo legame con la Terra, con gli Elementi e con le energie dell'universo invisibile. Non provenivano certamente dalle oscure dimore degli uomini del tempo. Abitavano nelle grotte, nei boschi, dove celebravano i rituali di una esistenza innocente e primordiale, evocata in essi come abitacoli della pura divinità. Erano forse scaturiti dalle caverne, figli della pietra custode di millenari misteri, abitanti delle profonde cavità dove un'altra luce illumina gli uomini. Erano nomadi, amanti della vita e della gioia.
Sottraendosi alle leggi e alle frontiere, vissero come uomini liberi e potenti, coltivando nell'istinto dei popoli il desiderio irrefrenabile alla liberà, all'indipendenza, alla liberazione.
Così vennero chiamati streghe e stregoni, banditi e ricercati, follemente processati e trucidati da un potere che ha sempre lo stesso volto, lo stesso spietato sorriso di ghiaccio.
E se quello stesso spirito di libertà e potenza che animava il popolo magico d'Europa anima l'anelito di libertà di ogni tempo, se esso anima ancora la lotta di indipendenza e di libertà dei popoli originari allora non è cambiato neppure lo spietato sorriso degli oppressori, anche se non sono più addobbati con le palandrane degli inquisitori ma con le divise di eserciti usurpatori della libertà, prevaricatori di diritti civili, sanguinari repressori strumentalizzati da logiche che travalicano i meri interessi di unità nazionale ed ordine pubblico, oltre il campo d'azione delle forze occulte che manovrano il mondo e che detengono l'umanità schiava.
E se lo scenario è sostanzialmente invariato, con il mutare dei tempi, inalterata l'identità degli oppressori e degli oppressi, allora è lecito pensare che la medievale Akelarre degli uomini liberi sia ancora la misteriosa regista della invincibile Resistenza.
E che tutti i popoli che ancora lottano per la propria indipendenza siano animati da quell'antico spirito, fatto di magia e libertà, amore e sacralità, che ha percorso i popoli dell'Europa medievale.
Con un po' di fantasia potremmo pensare che gli stessi esponenti più influenti dell'Akelarre del tempo, siano presenti oggi, scampati alle fiamme dei roghi e alla violenza dei secoli, all'implacabilità della morte in virtù dei loro soprannaturali poteri.

 

Akelarre


La parola Akelarre appartiene alla lingua Euskara, l'antico idioma delle popolazioni basche, che ancora oggi mantiene misteriosa la sua origine.
Comunemente definisce un genere di rituale religioso pre-cristiano. Il nome sembra essere composto da aker (capro) e larre (prato-pascolo). Grazie alla intransigente azione della Chiesa ogni informazione riguardo il paganesimo basco è stata soppressa ed occultata ed alla parola Akelarre sono stati dati oscuri e confusi connotati di messa nera, di orgia con il sacrificio di un capro e l'adorazione del demonio. Alcune fonti ritengono che Akelarre è il nome di una valle in Navarra (una delle sette provincie basche) fortemente interessata alla presenza e all'azione di gruppi magici nell'epoca medievale.
La natura fortemente nomade di questi gruppi, la loro cultura tribale e matriarcale, costituì, su vari assi in Europa, duraturi legami e profonde consapevolezze tra le molteplici etnie originarie. La forza che essi svilupparono in quell'epoca servì loro a resistere agli oppressori della libertà e del diritto, attraverso i secoli.
Occulte potenze che usando l'oppressione politica, militare e religiosa, hanno da sempre teso a estinguere in queste etnie il fuoco originario che le rende indomite e ribelli.
Etnie percorse da una forza che sembra non avere tempo, che non conosce barriere e frontiere, che tende ad unire gli uomini, a sintonizzarne le menti verso un'unica direzione, a sincronizzare la volontà, i sogni, le lotte degli uomini in un'unica mente protesa alla libertà. Una forza misteriosa che percorre la percezione inconscia di queste popolazioni, che occupa gli spazi più segreti dell'essere. Sembra possedere una logica che trascende la concettualizzazione dualistica di bene e di male, sembra esprimersi attraverso il potenziale creativo del libero pensiero, utilizzando ideologie e cultura come canali di comunicazione e di azione. Sembra concepire una esistenza anarchica, priva di regole e conflitti, priva di repressori, tribunali e carceri, fondata sull'autogestione, sembra prefigurare una civiltà priva della proprietà privata e della prevaricazione, priva dell'oppressione sessuale, umana e politica. Sembra raccontare una terra viva dove gli uomini sono liberi e felici. Sembra concepire un mondo dove la libera coscienza degli individui sia talmente in sintonia da manifestarsi come un unica mente, come un unico essere, Re e Regina di un regno di equità, di felicità e di pace.
L'Akelarre è la forza che ancora vive nel cuore dell'Europa, attraverso il tempo ha custodito le antiche eredità di conoscenza e saggezza, ha coltivato la sua genealogia, ha mantenuto accesi i fuochi degli antichi poteri.
Non sono estinte le antiche tribù. E non può morire la loro volontà di liberazione.
I territori a popolazione basca, divisi da secoli tra Francia e Spagna, scossi fino ad oggi dalla violenza, dalla repressione, dalla violazione dei diritti civili, nel cuore della industrializzata ed acculturata Europa, sono l'emblema scelto di uno stato di oppressione a cui troppi popoli sono ancora sottomessi, sono l'emblema di una libertà per cui troppo sangue è ancora sparso nel mondo.
L'Euskal Herria è forse il fulcro di quella immortale Akelarre che ha mantenuto accesa la fiaccola della Resistenza nei secoli, che oggi si manifesta nella nostra consapevolezza di essere veri uomini e vere donne, figli di una Libertà che si dichiara immortale e che noi oggi possiamo riconquistare.