ARCADIA93

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IL CAMMINO DELLA STELLA

Origini ancestrali del 'Camino de Santiago de Compostela'

Di Carlo Barbera


I Pellegrinaggi dello Spirito
Nella tradizione cristiana il pellegrinaggio ai luoghi santi è tutt'oggi una delle esperienze mistiche più praticate.
L'Europa è segnata da queste vie di pellegrinaggio, tracciate da devoti negli ultimi mille anni, a congiungere città e paesi europei ai luoghi dove la cristianità è stata concepita, dove le missioni dei primi apostoli hanno fondato le basi della religione istituzionale più diffusa e potente del mondo e dove i suoi santi nei secoli successivi hanno compiuto le loro gesta ed i loro miracoli.
La Terra Santa di Palestina fu ovviamente la via di pellegrinaggio più antica e frequentata dal terzo secolo in poi, sebbene fosse estremamente pericolosa a causa della grande distanza da percorrere per giungere alla sacra grotta di Betlemme e della la presenza di agguerrite popolazioni more, arabe e poi mussulmane in questi territori. Con essi la Chiesa Cristiana, per mezzo dei Cavalieri Crociati, si scontrò violentemente, confondendo l'evangelizzazione dei pagani con l'esercizio di un potere temporale che ha imposto nei secoli, politicamente e militarmente, gettando le fondamenta di conflitti profondi, che possiamo trovare alla radice dell'odio e della violenza di oggi.
La tomba di Pietro, a Roma, fu del resto l'altro punto cardinale dei pellegrinaggi mistico-religiosi dei cristiani europei, dove oltre a sinceri devoti in cerca di indulgenze e di mistiche ispirazioni, si recavano faccendieri di corte, nobili e mercanti, a gestire gli affari politici ed economici impastati con quelli dello Stato Pontificio.
La diffusione della Cristianità in Europa iniziò con i viaggi di evangelizzazione dei primi apostoli, i quali generalmente trovarono enormi ostilità nelle popolazioni locali se non addirittura la morte. Le popolazioni locali possedevano una propria ancestrale cultura, credenze religiose e spiritualità, legate agli antichi culti della Dea Madre ed ai miti solari, una precisa concezione cosmologica ed animistica che regolava la loro esistenza, così come luoghi di culto e potere spirituale, magiche vie di pellegrinaggio alle dimore sacre delle divinità naturali e templi dedicati agli dei supremi dei paradisi superiori, inaccessibili ai mortali.
Gli apostoli di Cristo entrando in Europa, percorsero strade antiche, segnate da culti primordiali, animati sicuramente dalla loro fede straordinaria, che però li rese miopi rispetto all'enorme patrimonio culturale e spirituale dei popoli che essi andavano ad evangelizzare.
Gli interessi economici, politici e militari che accompagnarono nei secoli successivi il diffondersi della cristianità, insieme al potere di Roma e delle sue legioni, imposero alle popolazioni locali una nuova religione figlia di un impero invasore che si espandeva nel sangue.
La religione cristiana si impose diffondendo in tutta Europa una nuova cultura ed una nuova fede, edificata sulle rovine delle precedenti, impadronendosi di tutti gli elementi dell'antica religione, deformandoli ed adattandoli ai nuovi parametri culturali e dottrinali del cristianesimo e della politica romana.
Così si sovrapposero nuove parole a quelle degli antichi, nuovi edifici sulle antiche sacre pietre che segnavano il corso degli astri e templi al nuovo dio nei luoghi sacri del potere della Dea. In questo modo, anche le antiche vie di culto e pellegrinaggio mistico ed iniziatico furono trasfigurate e divennero vie di pellegrinaggio ai luoghi sacri della nuova religione. L'intero patrimonio culturale e spirituale, tutta la sacralità, la verità ed il potere degli antichi luoghi venne espropriato dalla culto invasore, occultati e sfruttati per l'instaurazione dell'impero.
Ciò che non fu possibile trasfigurare per mezzo di questa aggressione culturale e politico-militare fu estirpata, nel basso e medio evo, con il genocidio di migliaia di donne e uomini accusati di stregoneria e di confidenza con il demonio. Furono così ferocemente annientati gli ultimi focolai d'irredentismo al 'nuovo' mondo.

Santiago de Compostela ed il Pellegrinaggio di San Giacomo
Il Camino de Santiago de Compostela è, sin dal medio evo, uno dei pellegrinaggi mistico-religiosi più famosi d'Europa, compiuto per venerare la tomba in cui, in accordo alla tradizione, furono ritrovate le spoglie mortali dell'apostolo Giacomo, il Maggiore. Esso sembra nascere all'interno della più pura tradizione cristiana e da circostanze soprannaturali intimamente legate alla santità dell'apostolo.
Nonostante ci si riferisca al Camino de Santiago come ad un preciso percorso di pellegrinaggio, vi sono diverse strade che, partendo sia dalla Francia che dalla Spagna ed il Portogallo, congiungono città e paesi per condurre i pellegrini verso Santiago de Compostela in Galizia. Ciascuno di questi si fregia di una propria storia ricca di eventi, gesta cavalleresche e dimostrazioni di fede, nobili castelli e roccaforti templari. Comunque, il Camino de Santiago più conosciuto e frequentato, inizia nella Francia sud-occidentale, sui versanti pirenaici affacciati al golfo di Biscaglia, nella cittadina di S.Jean pied de port. Attraversa tutte le province settentrionali spagnole fino a giungere a Santiago, per un totale di circa 400 km, da compiere preferibilmente a piedi, come da tradizione, muniti esclusivamente di bastone, zucca per l'acqua e bisaccia.
Nel nostro secolo, precisamente nel 1985, Santiago de Compostela è stata dichiarata dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità" ed alla strada di San Giacomo è stato conferito il titolo di Prima Strada Culturale Europea. Questo ha sancito una netta rinascita del pellegrinaggio di Santiago, che continua ad aprire la sua porta d'ingresso, in Navarra, per tutti i pellegrini del mondo che, per qualsiasi ragione, religiosa, mistica, culturale o semplicemente turistica, decidono di percorrere l'antico cammino della stella.

La storia iniziò ufficialmente all'inizio del nono secolo d.C., quando un uomo di nome Pelayo, si recò dal Vescovo di Iria, in Galizia, per riferire cosa fantastica e miracolosa. "Nell'835, Teodomiro, vescovo di Iria, fu informato da un montano che, su una collina boscosa, a qualche distanza ad ovest del monte Pedroso, si intravedeva di notte una tenue luce leggermente bluastra e, che quando il cielo era senza nubi, si notava una stella dallo splendore meraviglioso, sopra questo stesso luogo. Teodomiro si recò con tutto il suo clero sulla collina; si fecero degli scavi nel punto indicato e si trovò in un sarcofago di marmo un corpo perfettamente conservato, che degli indizi certi rivelarono essere quello dell'apostolo san Giacomo."
Poco tempo dopo la scoperta della Tomba, la sede episcopale seduta a Iria si fece trasferire a Compostela, il 'campo della stella'. La scoperta del sepolcro fu la base su cui si gettarono le fondamenta della città di Santiago de Compostela.
La Cattedrale attuale, destinata a sostituire la chiesa primitiva, distrutta dagli Arabi nel 977, fu costruita nel 1082.
Nonostante l'origine del Camino di Santiago sia quindi chiara e sommariamente documentata all'interno della tradizione cristiana, la nostra ricerca può spingersi in maggiore profondità, cercando elementi che possano rivelare l'esistenza del Camino in epoca antecedente ai fatti narrati. C'è, per esempio, da chiedersi, quale fosse l'origine ed il significato della manifestazione di luce misteriosa che attirò l'attenzione del vescovo di Iria, e per quale motivo, se le spoglie mortali ritrovate nel sepolcro sono realmente quelle dell'Apostolo Giacomo, egli fu sepolto proprio in quel luogo? Per quale motivo l'apostolo venne inviato ad evangelizzare proprio i popoli della Galizia e perché, alla sua morte avvenuta in Palestina, dopo essere stato costretto a tornare, a causa delle ostilità delle popolazioni locali, fu deciso di riportare le spoglie dell'apostolo in Galizia? Era questo luogo, forse, ad essere particolare? A custodire più antichi segreti di culti dimenticati? Ad essere un luogo di potere terrestre e di magnetismo astrale?

Percorrendo il Mistero Stellare
La parola Compostela si offre a varie interpretazioni. La più evidente ci porta a 'campus stellae' (campo della stella), in riferimento alla manifestazione luminosa sul luogo dove successivamente fu ritrovato il presunto sepolcro del santo. Tutto il Camino di Santiago, da S.Juan pied de port fino a Compostela, è disseminato di paesi, località e passi di montagna che portano la denominazione di stella o scia, come se l'intero Camino fosse una strada stellare, una via che conduce ad un punto speciale: il campo della stella.
Il celebre Alchimista francese Fulcanelli, ci offre a tale proposito un indizio che non può essere sottovalutato.
" Il Sentiero di San Giacomo, viene anche detto Via Lattea. I mitologisti greci ci dicono che gli dei seguivano questa via per andare al palazzo di Zeus ed anche gli eroi la seguivano per entrare nell'Olimpo. Il Sentiero di San Giacomo è la strada stellata, accessibile agli eletti, ai mortali valorosi, sapienti e perseveranti."
Un'altra possibile interpretazione deriva da un termine alchemico: compost. La comparsa di una stella bianca sulla superficie del composto, durante la lavorazione nel laboratorio filosofale, indicava la realizzazione della prima parte della Grande Opera.
Ancora Fulcanelli indica la via:
"Materia pura, di cui la stella ermetica consacra la perfezione:è adesso il nostro compost, l'acqua benedetta di Compostella (dal latino albastrum contrazione di alabastrum, stella bianca). Ed è anche il vaso dei profumi, il vaso d'alabastro (latino alabastrus) e il bocciolo che sboccia dal fiore della sapienza, rosa hermetica."
"L'operazione è compiuta quando appare alla superficie una stella brillante, formata da raggi provenienti da un centro unico, prototipo dei grandi rosoni delle nostre cattedrali gotiche. Questo è il segno sicuro che il pellegrino è giunto felicemente al termine del suo primo viaggio. Ha ricevuto la mistica benedizione di San Giacomo, confermata dall'impronta luminosa che risplendeva, dicono, sopra la tomba dell'apostolo. L'umile e comune conchiglia che egli portava sul cappello s'è mutata in astro splendente, in aureola di luce."

La Sapienza Ermetica ci viene in soccorso e dirada le nostre incertezze rivelando l'arcana natura ancestrale del nostro Pellegrinaggio nella terra consacrata dalla Luce della Divina Conoscenza, l'eterna Dimora degli Dei. L'intero Camino di Santiago sembra riflettere in terra un miracolo molto più grande tracciato nel cielo. La Via Lattea descrive un percorso stellare che conduce nella costellazione del Cane Maggiore e quindi alla stella Sirio. Il Camino è il riflesso terrestre della sacra via stellare che conduce alla dimora degli Dei, esso guida i pellegrini al sacro campo della stella che rappresenta il segno vittorioso di luce, l'avvenuto ritorno alla origine divina, rappresentata dalla Stella Sirio, che cutodisce i segreti della nostra dimenticata Origine. Questo elemento è riprodotto nell'iconografia sacra di san Giacomo, preceduto da un cane mentre raggiunge il monticello sacro della Stella.
Le popolazioni celtiche, che molto precedentemente all'avvento del cristianesimo ed all'invasione romana, abitavano la Galizia ed, insieme ai Baschi, tutta l'area dell'attuale Spagna settentrionale, credevano che la Via Lattea fosse l'Arco Iris del Dio Lug.
Lug è un dio oscuro, nero, come il pelo di un lupo nella notte e come le piume di un corvo, uccello messaggero. Quando Lug è sulla terra, e percorre il Camino di Compostela è un lupo o un cane; quando vola per il Camino del Cielo Lug è un corvo.
E' interessante notare che, in Europa, troviamo almeno altre due grandi strade di antica origine, una in Francia ed un'altra in Inghilterra, entrambe orientate perfettamente da est ad ovest, (il Camino di Compostela mantiene un pressoché perfetto orientamento est/ovest sul 42° parallelo), entrambe segnate da una enorme quantità di strutture dolmeniche, da luoghi, città e paesi dove il riferimento al cane o al lupo è frequentissimo. Alcuni uomini dell'antichità ben conoscevano la terra come un organismo vivente, le sue linee di forza, i naturali canali di scorrimento delle sue energie vitali. Essi usavano rappresentare questi luoghi di energia e potere con strutture dolmeniche e megalitiche, connetterli tra loro tracciando strade e percorsi lungo il sistema nervoso della dea. Ed usavano erigere templi presso i luoghi sacri, plessi di potere, dove le correnti telluriche del corpo terrestre si congiungono con le correnti astrali degli spazi siderali come perfetti riflessi, in basso, di ciò si rivela la medesima cosa, in alto.

I Cromlechs Pirenaici
Lo studio delle antiche strutture dolmeniche presenti in tutta l'Europa occidentale del fronte atlantico e dei culti ad esse collegati, può fornire delle ulteriori indicazioni per la nostra ricerca sul Camino di Compostela.
Infatti, la zona dove inizia il nostro Pellegrinaggio, l'attuale Bassa Navarra francese ed una circoscritta zona dell'Euskadi spagnolo, cioè il versante occidentale della regione pirenaica, sono costellate di una grande quantità di cromlechs di origine preistorica; i cromlechs pirenaici sono cerchi di pietre di varia forma e dimensione, variano da 2 a 20 metri di diametro, sono composti ciascuno da un vario numero di pietre conficcate nel terreno che vanno a comporre una forma circolare. Questa tipo di monumenti si trova in tutta la regione pirenaica, dal Pico de Aneto ad est alla Baia di Biscaglia ad ovest.
Il limite occidentale è segnato dal fiume Leizaran, affluente del fiume Oria, nel quale esso confluisce nella città di Andoain, nella provincia di Gipuzcoa.
Accurati studi dimostrano che i cromlechs rappresentano stelle riflesse sulla terra dalla volta celeste; se riunite fra loro in gruppi, vanno a rivelare la precisa configurazione delle nostre attuali costellazioni.
Lo studioso non accademico Juan José Ochoa de Zabalegi scrive nel suo sito web
http://www.cromlechpyrene.com/ "Tutti i Cromlechs pirenaici rappresentano stelle! Il diametro dei cerchi, costruito in proporzione alla luminosità della stella, da un'idea della dimensione dell'astro al quale il cromlech corrisponde."
"E' sottolineata l'importanza dei nomi di località nel linguaggio Basco, che spesso rende possibile stabilire un significato astronomico per più di un gruppo di cerchi di pietra o di recuperare il nome vernacolare di più di una costellazione e provare la natura sacra di questi gruppi nel tempo in questione."
"E' stato considerato che, in generale, i gruppi di cerchi di pietra seguono una serie di allineamenti topografici collegati a quelli delle montagne che si trovano nella stessa area dei siti. Questa affermazione non rivela nulla di nuovo dato che, in riferimento ad altri luoghi e monumenti, Alfred Watkins, nel 1925, già menziona l'esistenza di allineamenti tra monumenti preistorici, che egli chiamò 'leys'lines' (*)"

I multidisciplinari studi di de Zabalegi si spingono ad affermare che i cerchi di pietra pirenaici appartengono indubbiamente al primo millennio avanti Cristo.
In una conferenza tenuta nel 1999 all'Università di Salamanca, egli avanza l'ipotesi che l'originale pellegrinaggio verso ovest, che divenne nei secoli successivi il pellegrinaggio a Santiago, trovi realmente le sue origini ed il suo misterioso culto, nel cerchio di pietra Pirenaico.
Si delinea l'esteso consolidarsi di una religione stellare nel VI secolo avanti Cristo, il culto di due porte per il passaggio delle anime, una alla nascita, la porta del nord o dell'uomo, e l'altra per il ritorno al cielo dell'uomo dopo la morte, la porta del sud o degli dei.
"Per gli antichi Greci, le anime scesero sulla terra dal paradiso durante il solstizio d'estate attraverso la porta del Cancro, la cosiddetta 'porta dell'uomo' e ritornarono al paradiso durante il solstizio d'inverno, attraverso la porta del Capricorno, conosciuta come la porta degli dei (Porfirio "Le caverne delle Ninfe dell'Odissea").
Esistono alcune contraddizioni tra i diversi autori, riguardo la posizione delle due porte nel cielo. Essi comunque concordano sul fatto che le porte siano situate nei tratti dove l'eclittica (2), l'annuale sentiero del Sole, interseca la Via Lattea.
Nello studio di de Zabalegi si mette in evidenza il diffuso credo, in tutto il mondo antico, che entrambi gli estremi della Via Lattea possedessero una porta per le stelle. La porta del sud era vicino alla coda del Sagittario e la porta del nord, vicino alla posizione di 'stretta di mano' di Orione. Dichiarazione di antichi autori come Macrobius, Santillana e Dechend provano che le porte per l'entrata e l'uscita delle anime dai cieli possedevano una locazione piuttosto elastica. Essi affermavano che la porta del nord scorreva dal Toro ai Gemelli e la porta del sud, dallo Scorpione al Sagittario.
Questo quadro, sebbene incerto per le pur minime discordanze degli autori, non ci porta lontano dal nostro Pellegrinaggio e ritroviamo nel tratto celeste esaltato nel solstizio d'inverno, risplendere la nostra bianca stella Sirio, offrire ancora una volta il lume della sua adamantina Saggezza, ai viandanti in cerca di eternità.
Il Camino di Compostela è ancora una volta la via del ritorno all'immortale Origine Celeste, la strada che conduce alla porta degli dei, rivelata nel solstizio d'inverno, presso il Sacro campo della Stella, in terra come in cielo.

Il Campo della Stella
Sotto ogni cattedrale o tempio o luogo di pellegrinaggio cristiano, si trovano templi di epoche precedenti, appartenenti a culti più antichi. Spesso gli scavi archeologici rivelano molteplici strati, appartenenti ad epoche diverse, sotto gli attuali luoghi di culto cristiano. Scavando emergono pozzi sacri, grotte o antiche strutture megalitiche. Compostela non è un'eccezione alla regola. Gli scavi hanno rivelato non solo i resti dell'antica cattedrale distrutta dai mori ma anche un precedente tempio romano e un più antico pozzo celtico.
E' quindi evidente che il campo della stella fosse un luogo di culto in epoche precedenti e che, forse, anche lo stesso apostolo Giacomo, si fosse recato in questo luogo, in qualche modo magnetizzato dalla sacra energia che qui si generava.
Quando, nel IX secolo, iniziarono le peregrinazioni di Santiago questo cammino già esisteva e tutte le città ed i villaggi del percorso portavano già nomi di stella, di lupo, di oca o di corvo.
E' quindi evidente che il nostro Pellegrinaggio coincide con la risalita di una potente corrente di energia vitale della terra, conosciuta e tracciata molto tempo prima la nascita del Camino de Santiago. L'arteria di energia della Dea che corrisponde alla Via Lattea Celeste, sentiero di luce che conduce alla Bianca Stella, Origine della Vita, fu tracciata da antichi e misteriosi iniziati ai Misteri del Cosmo e della Creazione.
Il Camino della Stella, così importante per la meta da raggiungere, lo era altrettanto per il percorso stesso, che diventava la vera esperienza iniziatica, costellata di prove e di enormi difficoltà da superare, rappresentate dai sette porti di montagna che si dovevano attraversare per conquistare la desiderata meta.
Siamo di fronte al culto di una antica civiltà che sta all'origine di molti popoli europei, ricca di un patrimonio di cultura e conoscenza pari alle altre antiche civiltà del mondo ed addirittura a quelle di origine prediluviana. Non è un caso il tramandato racconto dello sbarco di Noé in Galizia che, se pur mito o leggenda, è in definitiva l'archetipo che connette tutte le antiche civiltà del mondo al medesimo mito universale della grande purificazione ed allo sprofondamento di Atlantide, circa 12.000 anni fa.
Il Noé sbarcato in Galizia all'estuario della Noya, come in tutte le culture degli antichi popoli del mondo, portò conoscenze andate perdute ed arti dimenticate come l'agricoltura, l'allevamento del bestiame e l'arte della costruzione. Insegnò l'arte di tagliare la pietra e di rappresentare in essa simboli di cui, che né il tempo né le intemperie, avessero potuto far tacere il messaggio.
Il nostro Camino lascia trasparire antiche tradizioni perdute nel tempo. Leggende di uomini che arrivarono dal mare e che portarono le loro conoscenze. Uomini che continuarono ad onorare il loro mondo perduto nelle profondità dell'oceano e tracciarono,seguendo l'antica sapienza, sacri percorsi verso occidente, da cui accedere ai mondi superiori, ai templi della luce e della vita eterna.
Così quando i primi cristiani cominciarono a convivere con gli uomini dei Pirenei, capiscono che questi già hanno profonde tradizioni e parlano di un sacro percorso, di un campo della stella al quale si arriva tramite un lungo e faticoso cammino, che è necessario percorre per raggiungere il Regno dell'Immortalità.
Tali credenze risultarono impossibili da sradicare e furono sistematicamente cristianizzate da due precisi ordini religiosi, quello di Cluny e l'Ordine del Tempio che, a partire dall'anno mille, gestirono la costruzione di tutti i templi cristiani della regione e la trasformazione di tutti i simboli sacri degli antichi culti in soggetti integrati nella nuova cultura cristiana.
Così gli antichi simboli della stella, la conchiglia, la zampa d'oca, il corvo, il lupo e il cane, si trasformarono in simboli appartenenti al pellegrinaggio cristiano. Essi permangono, se pur contraffatti e nascosti, immortalati nella pietra delle cattedrali,scolpiti da sapienti mani di mistici Artisti che, sventandone il totale oblio, li celarono tra i simboli della nuova dottrina, permettendo agli arditi e sapienti Filosofi di ritrovare l'antica via del Ritorno. Commenta Fulcanelli:
"Il nostro viaggiatore, senza alcun dubbio, ha camminato a lungo; eppure il suo sorriso esprime a sufficienza, quanto sia felice e soddisfatto di aver compiuto il suo voto. Perché la bisaccia vuota, il bastone da pellegrino senza zucca indicano che questo degno figlio dell'Alvernia non si deve più preoccupare, ormai, né del bere, né del mangiare. Inoltre la conchiglia fissata al cappello, insegna speciale dei pellegrini di San Giacomo, prova ch'egli ritorna direttamente da Compostella."

Verso la Materia Pura - La Porta dell'Uomo
Ciò nonostante, il raggiungimento della Stella Filosofica che risplende sul capo del vittorioso Iniziato, deve essere completato dal viaggio di ritorno che riserva non poche, ulteriori sorprese.
"L'arrivo a Compostela implica l'acquisizione della Stella. Ma il soggetto filosofale è ancora troppo impuro per subire la maturazione. Il nostro mercurio deve elevarsi progressivamente al supremo grado di purezza richiesta, mediante una serie di sublimazioni che necessitano d'una sostanza speciale, prima d'essere parzialmente coagulato in zolfo vivo."
Fulcanelli indica l'esistenza di due vie di ritorno, una umida, cioè marittima, lunga, pericolosa, incerta e vana, se si compie il pur minimo errore, ed una secca, o terrestre che, se pur più breve, veloce e sicura, viene celata da un fitto mistero.
Se il lungo percorso del Camino de Compostela ha condotto il pellegrino fino al glorioso suggello della Divina Sapienza permettendogli di attraversare la porta degli Dei, di salire la scalinata del Palazzo di Zeus, e di ricevere dalle sue stesse mani il dono supremo dell'immortalità, egli, ora, deve ritornare sui suoi passi, compiendo il tragitto in senso inverso.
Altre prove dovrà affrontare il vittorioso pellegrino per affinare completamente la materia originale che ora costituisce la sostanza della sua coscienza, superare nuove insidie e tremende difficoltà per giungere dinnanzi alla porta dell'uomo, rivelata al solstizio d'estate, nel preciso luogo in cui il pellegrinaggio è iniziato, nel cuore del Golfo di Biscaglia.
Varcare la porta del nord sancisce la rinascita dell'uomo nuovo ed il ritorno del Rinato, presso il mondo degli uomini, in terra.
Il viaggio di ritorno del nostro pellegrinaggio a Compostela è avvolto nel mistero riservato a coloro che raggiungono il beato Campo Stellare. E' un viaggio impetuoso ed implacabile nell'Amore che possiede la creazione e che possiede l'uomo; è il viaggio di coloro che hanno un così grande tesoro da portare in dono, e che possono penare così grandemente per esserne degni, da veder morire le proprie più intime certezze, come amici che ci abbandonano proprio nell'ultimo passo, prima di arrivare alla meta.

Ci stupisce l'Alchimista, per l'ultima volta prima di tornare nel silenzio della notte, a scrutare tra le stelle, le misteriose strade della nostra patria celeste mai dimenticata.
"Tutti gli alchimisti sono obbligati ad intraprendere questo pellegrinaggio. Almeno nel senso figurato, perché si tratta d'un viaggio simbolico, e chi desidera trarne profitto non può, fosse anche per un solo istante, abbandonare il laboratorio. Costui deve, giorno e notte, restare sulla breccia. Compostela, città emblematica, non è affatto situata in terra spagnola , ma nella stessa terra del soggetto filosofico. Sentiero aspro e gravoso, pieno di imprevisti e di pericoli. Strada lunga e faticosa è quella attraverso la quale il potenziale diventa attuale e l'occulto manifesto! "

(1) Leys Lines
Ley lines, o Leys, sono allineamenti di antichi siti che si estendono attraverso il territorio. Antichi siti o luoghi sacri possono essere situati su una linea retta ad uno o due o diverse miglia di distanza. Una ley può essere identificata semplicemente da l'allineamento di siti precisi o puo essere visibile sul terreno per tutta o una parte della sua lunghezza dai resti di una antica traccia.
Ley Lines furono 'riscoperte' il 30 Giugno 1921 da Alfred Watkins il quale unendo studi cartografici a personali e geniali intuizioni elaborò una precisa teoria.
Watkins suppose che queste tracce in linea retta, o ley lines come le chiamò fin dall'inizio, erano i resti di preistoriche strade commerciali. Egli associò le ley lines con il Dio Greco Hermes (il Romano Mercurio,il Norvegeve Odino) che fu il dio della comunicazione e dei confini, il messaggero alato, e la guida per i viaggiatori su sconosciuti sentieri. Fu l'occultista Dion Fortune nella sua novella del 1936 "Il dio dal piede di capra", a inventare o intuire che le ley lines erano "linee di potere" collegamento di siti preistorici.QUalche anno dopo, fu suggerito che le Ley lines seguivano linee di energia cosmica nella terra e potevano essere individuate tramite la rabdomanzia. Dal 1960 le leys lines sono strattamente connesse al fenomeno Ufologico. Nel 1969, le leys lines sono state studiate da John Michell, che le discusse nel contesto dello studio sulla geomanzia.

(2) Eclittica
In astronomia, il cammino circolare apparentemente descritto dal Sole sulla sfera celeste, nel suo moto relativo intorno alla Terra. Il piano dell'eclittica interseca l'equatore celeste, cioè la proiezione dell'equatore terrestre sulla sfera celeste, formando con il piano equatoriale un angolo pari circa a 23° 27' 8''. Questa inclinazione, nota come obliquità dell'eclittica, si mantiene approssimativamente costante per periodi di milioni di anni, benché al momento attuale stia diminuendo al tasso di 48 secondi d'arco per secolo, e continuerà a diminuire per molti millenni ancora, fino a diventare di 22° 54'; quindi riprenderà ad aumentare.
I due punti in cui l'eclittica interseca l'equatore celeste sono detti nodi o equinozi. Ogni anno, il Sole passa nel punto dell'equinozio vernale (di primavera), cioè nel nodo ascendente, intorno al 21 di marzo, e nel punto dell'equinozio d'autunno, ossia nel nodo discendente, intorno al 23 settembre. I punti dell'eclittica più lontani dall'equatore celeste sono invece detti solstizi, d'estate e d'inverno, e si trovano circa a metà tra i due nodi. Il Sole giunge ai solstizi, rispettivamente, intorno al 21 giugno e al 22 dicembre. I nomi di questi quattro punti corrispondono a quelli delle stagioni che iniziano nell'emisfero Nord nelle date relative. Poiché il piano dell'equatore celeste ruota rispetto all'eclittica con un periodo di circa 25.868 anni, gli equinozi non sono fissi ma compiono un moto noto come precessione degli equinozi. Come conseguenza di ciò le carte celesti devono essere periodicamente corrette in modo che sia possibile determinare la vera posizione di una stella in un dato momento.
L'eclittica rappresenta il cerchio fondamentale in un sistema di coordinate celesti detto sistema eclittico. La latitudine celeste viene misurata verso nord e verso sud rispetto al piano dell'eclittica, mentre la longitudine celeste è misurata verso est e verso ovest rispetto all'equinozio di primavera.