LA
VTremate voi, O Pilastri
dell’Universo, perché l’Eternità è nel travaglio di un Figlio
Terribile; essa genererà un universo di Tenebra dal quale balzerà
fuori una scintilla che metterà in fuga suo padre.
La Visione e la Voce, XXX Aethyr
ISIONE E LVOCE
Di Sapah Zimii
O uomo, chi sei tu che vorresti penetrare il Mistero? Poiché esso è
nascosto alla Fine del tempo.
La Visione e la Voce, XXVIII Aethyr
Aleister Crowley è senza
ombra di dubbio uno dei Maghi più geniali e dotati del secolo
passato, e forse, di molta della storia umana conosciuta.
Solitamente si è abituati ad accostare la sua figura ad un certo
tipo di cultura che tende a collocarlo tra personaggi ambigui, ma
questo avviene a causa di una certa ignoranza persistente,
purtroppo, anche nei circoli iniziatici e soprattutto a mezzo di
dosi massicce di disinformazione e controinformazione di stampo
cristiano.
Per bilanciare questa situazione tenteremo di analizzare aspetti
poco conosciuti della sua Opera che sicuramente, invece, meritano
una grande attenzione da parte di ogni serio ricercatore
spirituale, e in modo particolare da chi sente dentro sé una certa
attrazione verso il Sentiero Magico.
Tra i vari meriti che vanno attribuiti a questo Iniziato c’è, senza
dubbio la riscoperta e la totale riattivazione del Sistema Magico
Enochiano.
Questo tipo di Magia è ancora oggi poco conosciuto e poco praticato
persino nei gruppi magici più organizzati per vari motivi ed uno di
questi è probabilmente la sua complessità e il suo retroterra
dottrinale che equilibra una sua spaventosa efficacia, tanto da
renderlo piuttosto pericoloso per il praticante non totalmente
preparato.
Ma, in sostanza, da dove proviene questo Sistema di Magia?
Si tratta di un episodio abbastanza unico nella storia della Magia
moderna (almeno di quella documentata) che si focalizza in un
chiaro intervento da parte di Forze Esterne, aliene, se vogliamo,
al nostro Piano Dimensionale che tentano di mettersi in contatto
con un Operatore terrestre con vari mezzi.
Breve storia del Sistema Magico Enochiano
Siamo nel Sedicesimo secolo e la persona coinvolta è John Dee,
matematico, astrologo e mago alla corte della regina Elisabetta I.
Intorno al Marzo del 1581 e.v. Dee fu afflitto da strani incubi
notturni, accompagnati da rumori nella stanza. Questo stimolò la
sua curiosità, e lo indusse a tentare una comunicazione con le
Entità che, credeva, stavano cercando di contattarlo. Sembra che
inizialmente si cimentò lui stesso nella canalizzazione di questi
Enti, ma successivamente preferì affidarsi ad altri Medium; il
termine medium purtroppo oggigiorno è legato alla letteratura
spiritica che ne ha usato in modo distorto il significato; qui
intendiamo solamente colui che è soggetto alla visione, cioè un
individuo che, già internamente predisposto, viene messo in
condizione, a mezzo di rituali cerimoniali, di diventare Veggente,
cioè di avere una Visione. La lingua inglese ha un termine molto
adeguato e bello per questo ruolo operativo: skryer.
Tecniche che sfruttavano questo tipo di operatività per entrare in
contatto con Divinità o Esseri extra-dimensionali erano note ed
utilizzate sin dai tempi antichi quando venivano addestrate a
questo compito speciali sacerdotesse o, in molti casi, i bambini.
In ogni caso il primo Veggente fu un certo Barnabas Saul, che usò
per la Visione un cristallo procuratogli da Dee stesso. La loro
collaborazione andò avanti pochi mesi.
Tuttavia un anno dopo l’inizio dei fenomeni, e cioè nel Marzo del
1582 e.v., si presentò alla porta di Dee un uomo che si faceva
chiamare Edward Kelley; così ebbe inizio la storia di questo tanto
discusso Sistema.
La loro collaborazione andò avanti per anni e portò a risultati
assolutamente aldilà di ogni aspettativa. Le prime istruzioni che
ricevettero furono incentrate su come realizzare alcuni talismani
in grado di far funzionare al meglio le tecniche che si
apprestavano ad eseguire; furono date indicazione anche per
ottimizzare la Visione con l’uso di cristalli e di uno specchio di
ossidiana (questi strumenti sono visibili ancora oggi in una
sezione del British Museum).
Dopo le istruzioni preliminari si presentarono a Kelley una serie
di Entità definite angeliche (da qui poi il termine Enochiano, in
riferimento agli angeli che comunicarono in origine con Enoch). Il
punto cruciale delle Comunicazioni fu la dettatura di una serie di
Chiamate che avrebbero potuto mettere in contatto gli Operatori
direttamente con gli abitanti del Piano Dimensionale desiderato (Aethyr
è il termine tecnico utilizzato). Queste Chiamate dovevano essere
talmente potenti da essere comunicate lettera per lettera
all’incontrario, perché altrimenti, dettate normalmente, avrebbero
scatenato forze incontrollabili.
Un’altra loro particolarità era quella di non essere composte in
nessuna lingua umana conosciuta: si trattava di una lingua
completamente nuova, chiamata appunto Angelico o Enochiano, che
tuttavia possedeva una grammatica ed una sintassi propria!
Nei mesi successivi avvennero comunicazioni e visioni che formarono
le fondamenta di un dottrina complessa con una certa vena
apocalittica.
Dopo la morte dei due Maghi elisabettiani il sistema sembrò sparire
soltanto per essere riscoperto successivamente da un certo Meric
Casaubon che, pubblicò nel 1659 e.v. gli scritti di Dee in un
corposo volume dal titolo “True and Faithful Relation of what
passed for many years between Dr. John Dee and some spirits”. In
realtà Casaubon con la pubblicazione di questo materiale voleva
dimostrare come la pratica della Magia potesse portare alla
perdizione. Fu soltanto per merito suo, invece, che questo corpus
di scritti giunse quasi inalterato ad Elias Ashmole, un Massone[1]
che per primo lo rimise in pratica; successivamente, al termine
dell’800, fu inserito nel corso d’istruzioni della Golden Dawn, il
gruppo magico operativo guidato da MacGregor Mathers che
rivoluzionò e rivalutò la Magia portandola ad essere la Scienza e
l’Arte che oggi conosciamo ed utilizziamo. Naturalmente all’interno
della Golden Dawn l’Enochiano subì grosse modifiche e fu adattato
ad un utilizzo rituale codificato che fu opera sostanzialmente dei
suoi grandi Iniziati.
Qui incontriamo Aleister Crowley, che entrò nell’Ordine nel
novembre del 1898 e.v. , il quale riuscì con il suo ingegno a
utilizzare e riconfigurare tutto il materiale in suo possesso per
ottenere quello che nessun altro prima di lui aveva osato:
l’esplorazione completa di tutti i Trenta Aethyr della Cosmogonia
Enochiana a mezzo delle Chiamate ricevute da Dee, che mai prima di
allora erano state utilizzate in questo modo.
Gli strumenti operativi di John Dee conservati al British Museum
(foto di Sapah Zimii)
La Visione e la Voce
Il lavoro di esplorazione degli Aethyr da parte di Crowley culminò
nella stesura di un particolareggiato diario intitolato “The Vision
and the Voice” (classificato nei testi dell’Astrum Argentinum come
Liber 418), che rappresenta probabilmente uno dei testi più belli,
più ispirati e più complicati di tutta la letteratura crowleyana.
Il testo fu pubblicato inizialmente nel 1911 e.v. come supplemento
della rivista “The Equinox”, che era l’organo ufficiale dell’Ordine
dell’Astrum Argentinum, di cui Crowley era divenuto Capo, dopo la
sua uscita dalla Golden Dawn. Negli anni successivi, tuttavia,
continuò a rifinirlo e ad ampliarne le note fino ad arrivare ad una
versione definitiva nel 1920 e.v., pubblicata postuma dal suo
discepolo Karl Germer nel 1952 e.v..
Negli anni ’70 anche Israel Regardie si cimentò in una
ripubblicazione del testo, aggiungendo, però, molte altre note
personali.
Crowley iniziò la pratica dell’esplorazione degli Aethyr già nel
1900 e.v., in Messico, seguendo le istruzione del suo grado
all’interno della Golden Dawn. All’epoca era ancora molto giovane,
sebbene avesse già raggiunto il grado di Adeptus Minor all’interno
dell’Ordine, un grado molto elevato che prevede una intensa
preparazione, una notevole pratica ed una grande esperienza nella
Magia.
Tuttavia riuscì a lavorare solo con il Trentesimo e il
Ventinovesimo Aethyr, che sono i più esterni a contigui al nostro
Piano spazio-temporale e si rese presto conto che con quel grado e
con quella preparazione non sarebbe riuscito a penetrare gli Aethyr
successivi, più sottili e maggiormente difesi da Guardiani.
Bisogna assolutamente spiegare che per effettuare questo tipo di
lavoro magico occorre essere padroni delle tecniche di Viaggio
Astrale, cioè di separazione del Corpo Sottile dal Corpo Fisico e
questo Corpo Sottile deve essere addestrato a spostarsi ed
interagire con esseri e oggetti indipendentemente dalla sua
controparte fisica.
Crowley non riprese questo tipo di operatività sino al 1909 e.v.,
ben nove anni dopo i primi esperimenti! In questi nove anni si era
dato molto da fare ed aveva raggiunto notevoli traguardi
iniziatici, ma soltanto in questo anno, improvvisamente, vagando
nel deserto insieme al suo amico e discepolo Victor Neuburg (Frater
Omnia Vincam) sentì la necessita di riprendere il discorso lasciato
in sospeso.
Nella sua autobiografia (Confessions) afferma che improvvisamente
mentre si trovava ad Aumale, in Algeria, una Mano scagliò una
saetta nel suo cuore per fargli capire che doveva riprendere
l’esplorazione interrotta. E’ un modo di dire tipico di Crowley,
sempre molto attento ai messaggi che i Maestri Segreti, nei quali
aveva riposto la propria vita, gli inviavano spesso sotto forma di
segni o sensazioni.
Casualmente aveva con sé i suoi taccuini magici, dove erano
annotate le Chiamate, e anche le sue due precedenti operazioni
condotte in Messico.
Iniziò così una delle sue più grandi avventure magiche, nel deserto
nei dintorni di Bou Saâda, dove per un periodo di circa quattro
settimane camminò ed esplorò l’Universo Enochiano al ritmo di un
Aethyr al giorno, in alcuni casi anche due.
Si rese conto solamente in anni successivi di avere un particolare
legame con questo tipo di Magia in quanto, indagando le sue
incarnazioni passate, scoprì di essere una reincarnazione di Edward
Kelley…
Vediamo ora dalle stesse sue parole come procedeva per ottenere la
Visione:
“… Avevo con me un grande topazio dorato (sistemato in una Croce
del Calvario di sei quadrati[2], fatta in legno, e dipinta di
vermiglio), incisa con una Croce Greca di cinque quadrati e
provvista di una Rosa con 49 petali.
Di solito tutto questo era tenuto in mano. Dopo aver scelto un
posto tranquillo, tale da non essere disturbato, prendevo questa
pietra e recitavo la Chiamata Enochiana; una volta certo che le
forze invocate erano presenti, disponevo il topazio in modo che
fungesse in modo non dissimile dallo specchio nella favola di
Alice.”
Continua inoltre spiegando meglio alcuni dettagli riguardo
l’esperienza del Viaggio e della Visione:
“Avevo imparato a non preoccuparmi di viaggiare in qualsiasi posto
desiderato con il corpo astrale. Avevo realizzato che lo spazio non
era una cosa in sé, ma semplicemente una conveniente categoria (una
delle molte) riferendoci alla quale noi possiamo distinguere tra un
oggetto ed un altro. Quando dico di trovarmi in un determinato
Aethyr, intendo semplicemente nello stato caratteristico e
peculiare della sua natura. I miei sensi ricevevano quindi le
impressioni sottili che erano allenati a registrare, divenendo così
conscio dei fenomeni di quei mondi, così come gli uomini normali lo
sono di questo. Voglio ricordare che quanto ho visto e sentito è
stato ripetuto a Frater O.V. che scriveva le mie parole e
occasionalmente osservava fenomeni che lo colpivano in modo
particolare…”
Sempre nelle sue Confessions riporta come inizio a comprendere
l’universalità delle sue visioni:
“Quando raggiunsi Bou Saàda e arrivai al Ventesimo Aethyr,
cominciai a capire che queste visione erano, per così dire,
cosmopolite. Esse riconducevano tutti i sistemi e le dottrine
magiche in un’armoniosa relazione. Il simbolismo dei culti
asiatici; le idee dei Cabalisti, ebrei e greci; gli arcani degli
gnostici; il pantheon pagano, da Mithra a Marte; i misteri
dell’antico Egitto; le iniziazioni di Eleusi; la saga Scandinava;
rituali druidici e celtici; tradizioni messicane e polinesiane; il
misticismo di Molinos non meno che quello dell’Islam, tutto al
proprio posto, senza la minima tendenza al contrasto.”
Questa dettagliata sintesi di tutte le tradizioni avveniva in
armonia con l’incedere di un nuovo Potere, un’Energia di carattere
universale che già da qualche anno coinvolgeva non soltanto
l’Iniziato che stava lavorando con questo sistema magico, ma il
mondo intero… l’avvento dell’Eone di Horus.
L’Eone di Horus
Si è già visto come Dee e Kelley avessero notato una certa tendenza
apocalittica nelle comunicazioni angeliche ottenute ed il motivo
iniziatico di questo risiede nel principio dei cicli temporali.
Ormai è noto a tutti come gli indù dividano il tempo cosmico in
diversi cicli temporali l’ultimo dei quali sarebbe il famoso Kali
Yuga, nel quale la nostra civiltà si troverebbe in pieno.
Ebbene simili divisioni temporali non sono patrimonio esclusivo
della cultura orientale, ma anche i saggi occidentali avevano una
visione circolare del Tempo, partendo sempre dal presupposto di
un’Età Aurea, che avrebbe lentamente degradato e perduto i suoi
valori fino a scendere nella corruzione di una Età del ferro.
L’apocalisse adombrata ai maghi elisabettiani era proprio la svolta
temporale verso un’epoca diversa, che gli antichi non esitarono a
definire Oscura.
Nell’Occultismo dell’Ottocento questo sentore era molto grande e
questo probabilmente spiega anche il grande diffondersi di
movimenti e grandi Iniziati che si manifestarono sulla nostra Terra
in questo periodo. Tra questi naturalmente vi era Crowley, anche se
inizialmente non poteva sapere nulla sul grande ruolo che lui
stesso avrebbe giocato in tutto questo.
Senza entrare troppo nel dettaglio, perché la vicenda richiederebbe
una trattazione a sé e si allontanerebbe troppo dal presente
articolo, basti dire che nel 1904 e.v. qualcosa accadde… Nelle
parole allegoriche di Crowley “il mondo fu distrutto dal Fuoco”.
In parole semplici i moderni studiosi di Magia vedono
nell’Equinozio di Primavera del 1904 e.v. il momento in cui è
avvenuto un cambio sostanziale nelle Energie che permeano l’Aura
del Pianeta, un cambiamento in armonia con le antiche dottrine dei
cicli temporali, ma interpretate alla luce di conoscenze gnostiche.
Crowley riprese un tipo di suddivisione temporale settenario, detto
eonico, in cui gli ultimi due Eoni passati e quello che si stava
per manifestare erano simbolicamente rappresentati dalle energie
delle divinità egizie Iside, Osiride e Horus. In questa data
avvenne la cosiddetta instaurazione dell’Eone di Horus. La
successione eonica spesso viene legata al fenomeno astronomico
della Precessione degli Equinozi.
In ogni ciclo temporale, tradizionalmente, le formule di approccio
alla sacralità cambiano in base alle forze predominanti sul Pianeta
e chiaramente qui il passaggio stava dalla Formula di Osiride e
delle divinità-schiave a quella di Horus, il Figlio Vendicatore.
Considerazioni più tecniche e precise su cosa questo significhi dal
punto di vista pratico per chi si incammina in un percorso
spirituale le rimando a successive trattazioni e mi riporto
rapidamente sul tema enochiano.
Si dice infatti che questo tipo di magia sia estremamente adatta a
questo periodo storico/eonico, anzi che le stesse Forze che reggono
il Sistema siano forse identiche a quelle che reggono l’Eone.
In ogni caso, come chiunque può capire leggendo anche solo qualche
capitolo del testo de “La Visione e la Voce”, l’esperienze vissute
da Crowley erano completamente in armonia verso questa nuova
interpretazione iniziatica del mondo, di più, lo stavano
gradualmente preparando ad esserne il primo portavoce, facendogli
conseguire un grado iniziatico elevatissimo, aldilà di ogni
immaginazione, aldilà dell’Abisso…
L’esplorazione degli Aethyr costituì infatti una vera e propria
ascesa spirituale per Crowley fino ad arrivare ad un punto cruciale
per l’evoluzione di ogni Mago, il limite per ogni essere umano
incarnato, aldilà del quale si trascende la condizione umana e si
risiede al pari dei cosiddetti Maestri Segreti.
Si può citare il noto autore Kenneth Grant che nella sua opera
“Aleister Crowley e il dio occulto” ci fornisce una sintetica
definizione del termine “Abisso”:
“Il divario tra il reale e l’irreale, cioè tra il fenomeno e
noumeno. Attraversare l’Abisso è l’evento più critico sul Sentiero
Spirituale e fare il Giuramento dell’Abisso è la più grave
responsabilità che sia mai possibile assumersi. Solamente
l’abolizione totale dell’ego, o limitata coscienza individuale,
rende possibile un attraversamento coronato da successo”.
Crowley in una sua lettera del 1947 e.v. affronta la questione
partendo da un altro punto di vista, forse più chiarificatore:
“A proposito della questione sulla Divinità, è veramente
difficile rispondere… Tutto dipende dalla definizione della parola
Dio, ma io baso la mia affermazione sul fatto che esistono esseri
di una intelligenza e di un potere estremamente superiore a
qualunque altra cosa possiamo concepire come umano. […]
Dobbiamo entrare in contatto con queste intelligenze, o dobbiamo
sviluppare qualità della nostra mente che siano di questo genere.
L’esistenza dell’universo stesso è la prova che dobbiamo farlo. Per
semplificare, la Magia è il modo per entrare in contatto con questi
Esseri, e il Misticismo il modo per sviluppare la mente sino a uno
stato equivalente.”
Lui stesso era riuscito attraverso la Magia ad ottenere un Contatto
con queste Intelligenze e per mezzo del Misticismo ad elevare la
sua Mente ad un grado tale da trascendere la coscienza umana.
Ecco in estrema sintesi un’avventura spirituale eccezionale,
conservata integralmente nello stupendo documento che è il Liber
418, più conosciuto come “La Visione e la Voce”, il resoconto di
come un essere umano attraverso l’esperienza e la pratica della
Magia Enochiana sia riuscito a raggiungere i vertici
dell’Iniziazione.