Lilith in Astrologia
ovvero la Madre Nera dentro di noi.
di Aracne 327
Lilith rappresenta in
un Tema di Nascita un luogo molto oscuro, ovvero celato alla parte conscia del
sé, riccamente carico di innumerevoli simboli che popolano l’inconscio
collettivo di junghiana memoria ed evocatore di paure e selvagge pulsioni che
sono inconfessabili per i più.
Del mito di Lilith
si è scritto molto e non riporterò qui riferimenti facilmente reperibili,
piuttosto ciò che mi interessa è comunicare la mia personale “verifica”
relativamente alla sua importanza nel Tema individuale sia di donne che di
uomini; la sua collocazione indica peculiarità che proprio per la sua natura
inconsapevole rappresentano un’eclissi interiore, qualcosa che sfugge al
controllo razionale e si esprime in azioni rivelatrici della natura profonda
riguardo al femminile nel suo aspetto risucchiante, datore di vita e
quindi di morte, espressione sfrenata del suo potere eversivo tanto
stigmatizzato da benpensanti, religiosi e persino da grandi Magisti del passato.
La Madre Nera è tutto
ciò che interiormente non è per nulla benevolo, pietoso ed empatico, è l’aspetto
dell’eros divorante, passionale e privo di tabù o regole morali.
La Madre Nera
dispone veli su veli sopra alla presenza di pulsioni mortifere e abissali, ed è
solo lavorando interiormente che potremo lentamente toglierli uno a uno e
comprendere praticamente, sulla nostra pelle, che ciò che è separato dentro
di noi è l’immagine precisa di ciò che ci impedisce di essere davvero
divini.
Se il fine di ogni
Magista è acquisire consapevolezza di sé così da poter capire e realizzare lo
scopo della propria esistenza terrena per oltrepassarla, allora per conseguirlo
occorre ri-costituirsi nella propria totalità originaria.
Lilith è uno
strumento utile per aiutarci a mettere in pratica l’alchemica trasmutazione dei
nostri metalli, ma solo dopo che essi si sono palesati a noi, alla nostra mente
razionale, e potremo decidere liberamente cosa tenere e cosa buttare di
essi. Questo può non essere piacevole, e del resto ogni Iniziazione è un
attraversamento di un luogo oscuro, come avveniva nei Riti misterici: “Osiride è
un Dio nero” rivelavano i sacerdoti di Elusi all’adepto che prima di tutto
doveva affrontare il mondo tenebroso!
Così nel processo
auto conoscitivo l’esplorazione della propria Lilith rappresenta un’immersione
in un pozzo nero come la pece e che va osservato agire in noi e nella nostra
vita con attenzione e profondo consapevole desiderio di unificazione.
Le derive
inquisitorie e persecutorie della Madre Nera sono un effetto della disunità
perpetrata dalla cultura giudaico cristiana nelle menti occidentali e che si
realizza ogni volta che neghiamo Lilith in noi, o la immaginiamo solo come
“parte negativa”, pericolosa ; uomini e donne lo fanno in modo diversificato. Il
non Iniziato subirà un’attrazione/repulsione per quel particolare sapore
che la donna incarnata dalla sua Lilith emanerà, queste sono le basi di molti
pensieri o azioni aggressive nei confronti delle donne o di una morbosa
inconfessabile passione pornografica a base sado/masochista, oltre che di una
primordiale ferita da abbandono che presumibilmente avrà vissuto nel rapporto
con la madre.
La non Iniziata
invece sperimenterà il senso di colpa rispetto alla sua natura profonda
diventando strumento seduttivo senza sostanza, oppure negando la propria
oscurità attraverso una sublimazione religiosa o una negazione della passione
sessuale, il tutto a seconda della sua collocazione nel Tema Natale.
Spesso ho visto una
Lilith molto poco conosciuta dal sé operare attraverso atti quali l’uccisione
del proprio figlio o la ripetuta esperienza abortiva nelle donne e negli uomini
con un accanimento persecutorio e giudicante a sfondo moralistico bigotto nei
confronti di madri, figlie o amanti.
Come appare chiaro la
cecità ispirata da un distorto modo di vedere nel nostro buio ci può portare
alla disunità interiore, perfino a una sindrome dissociativa di tipo
psichiatrico che spesso ha alla sua base interiorizzazioni di una cultura
limitante della propria libertà espressiva ma più in particolare un mancato
ascolto della propria paura dell’abisso, della morte e dell’abbandono, tutte
tematiche lilithiane.
Operata una
conoscenza interiore appropriata e approfondita , c’è poi un modo realmente
magico di unificare la Madre Bianca (la luna) e quella Nera (Lilith), può
essere esperito tramite progressivi, mirati e ciclici contatti rituali con i
simboli materni e sessuali ( sangue mestruale, umori, latte materno ) e
costituisce un interessante modus operandi che risulterà molto utile alle
Magiste ma anche ai Magisti, il tutto ovviamente sotto il controllo della
Volontà e con modalità squisitamente individuali e rispettose delle sensibilità
e creatività proprie.
* L’immagine è
l’opera d’arte “Lilith” di Giger, 1940