Occhi scuri pieni di stelle
Il contatto alieno e l’apertura della porta dimensionale


di Aiwass418

 

Anch’io sono un “preso” dagli alieni. E’ un’esperienza che ha segnato in modo indelebile la mia coscienza e la mia vita. Non ho mai avvertito il senso di una minaccia in questo, l’intrusione violenta di entità ostili nel mio spettro di coscienza, né tanto meno i miei diritti di uomo violati, la mia volontà coercita, la mia anima depredata di una parte di sé. Ho avvertito un seme ancestrale, depositato nel profondo di me, che ha germinato nel tempo, nel silenzio degli anni, nelle mie scelte di vita, nelle mie idee, nel mio desiderio incondizionato di essere libero. Questo mi è costato, molto, ma ho pagato di persona, assumendomi delle responsabilità che non potevo e non volevo delegare a nessuno, tanto meno ad esseri di altri mondi.
Lo so che come me ci sono uomini, donne e bambini in tutto il pianeta e so che per alcuni di essi è stata ed è un’esperienza dolorosa, traumatica, o del tutto inconsapevole. Ciò nonostante è come se sentissi un legame profondo, viscerale, che mi unisce a tutte queste creature, toccate da qualcosa di misterioso, di atavico, che così spesso non si riesce a comprendere, non avendone i mezzi ed il giusto supporto o, spesso, fuorviati come siamo dalla disinformazione o dalle paranoiche congetture di molti. Così vorrei fornire una chiave, per coloro che hanno vissuto un’esperienza analoga alla mia, che possa aprire, anche per loro, una porta verso la comprensione reale di ciò che hanno vissuto e delle possibilità che ne derivano.

L’Abisso Stellare
Un abisso stellare di perfezione e silenzio, che inghiotte ogni cosa. Questo ho visto quando ho aperto gli occhi in mezzo a Loro, nel Maggio del 1984.
Già, sono passati più di vent’anni. “Ti abbiamo analizzato la gola…perché ti servirà molto la voce” pensò il piccolo alieno macrocefalo e dai grandi occhi a mandorla che mi fissava con molta attenzione e con una certa perplessità. In quell’abisso di perfezione e silenzio solamente intuii il perché la voce mi sarebbe stata così tanto importante. In quei momenti non ebbi parole, perché tutto era compiuto, perché non c’erano neppure i pensieri, ad increspare le acque del lago calmo della mente, solo il colore mi avvolgeva, le calde e penetranti tinte del sole ed il sorriso mite di un piccolo alieno con gli occhi scuri pieni di stelle.
Poi, quando mi svegliai nel letto, madido di sudore, con uno scatto mi alzai agitatissimo, come se emergessi da un pozzo profondo. Sono convinto oggi che quel pozzo fosse il mio subconscio.
Negli anni successivi entrai nuovamente in quel pozzo, guidato dalla mano sicura di maestri non umani, conobbi l’oscurità nella quale mi abituai a riposare, prendendo rifugio in essa, entrando nelle profondità della Terra come nel ventre sicuro di una Madre, terribile ma benigna, dove né luce né suono potevano portare i riverberi di un mondo esteriore intriso di sofferenza.
Qui i confini dell’essere lentamente si diradarono fino a scomparire, lasciando trasparire gli angoli più remoti di me stesso, e dopo averli invocati, incontrai uno dopo l’altro i demoni più nascosti, gli incubi banditi dalla mente cosciente degli uomini. Imparai a farmi specchio per essi, a dissolverli riconoscendone la vacuità e a reintegrarli nella mia mente, sorgente dalla quale avevano avuto origine come una proiezione. Imparai a godere dello spazio senza confini, del tempo senza limiti, nell’estasi del corpo divenuto coscienza pura, imparai a lasciarmi precipitare abbandonato come un figlio nel grembo oscuro della Dea Madre. Così ho visitato mondi interni e dimensioni e vita che pullula in ogni dove.

La Materia Vivente
Poi, un giorno, credo di essere arrivato in fondo a quel pozzo, fino a toccare qualcosa di straordinario e di sconvolgente. Era una materia viva, come viva non è alcuna cosa, sulla Terra.
Era la vita che potevi toccare. Era l’armonia perfetta che esplode nell’attimo, senza tempo, senza spazio, della dimensione trascendentale del “qui e ora”.
Era una parete, forse di roccia, straordinariamente radiante, immensamente potente e scintillante, come un cristallo dalle mille sfaccettature. Toccai con la mano quella sostanza viva. Fu così che decisi di rendere reale il sogno, eleggendo a Realtà quel mondo che si manifestava dentro e fuori di me, ritornato alle sorgenti di me stesso, facendo il mio corpo di quella stessa materia vivente, mutando in forma, assumendo i miei primitivi attributi divini ed animali. Divenni sovrano del mio mondo, una nuova stella accesa nel firmamento celeste per unirsi al coro dell’Assoluto.
Quanti alieni ho incontrato in quel mondo? Molti, moltissimi, compreso me stesso. Un me stesso molto più anziano, più evoluto, più saggio e più felice. E’ lui che invoco quando apro la Porta dell’Universo Reale innalzando il Lampo di Luce di Nodens, il Dio del Profondo.
Sono un Re infatti e un Dio, Libero e Potente. E dal fondo dell’Abisso mi innalzo nel mio lampo di Luce e trasmuto in materia vivente i dieci loti del mio corpo, che contengono le dieci virtù divine e i dieci demoni del desiderio.
E’ il risveglio, in ogni Zona di Potere attraversata dal Lampo di Luce di Nodens, a rivelare gli undici gradi di Nu-Iside, che regolano le leggi della creazione e dell’evoluzione del mio universo, formulati della Freccia della dea Nu nella sua discesa verso l’Abisso. L’unione appassionata fra essi, alla sommità della testa, nell’undicesimo centro transplutonico della Coscienza Non-Duale, genera il frutto del loro eterno amore, un Essere di pura consapevolezza, il Sé non condizionato dalle portanti sensoriali e dalla mente dualistica, il Corpo di Arcobaleno che si costituisce dei cinque elementi originali, la Coscienza Cosmica  che noi siamo.
Quando Polaris diviene visibile l’Iniziato può entrare in essa.
 Proiettando sé stesso all’interno della Stella Bianca, egli entra nel reame dell’integrazione e della gioia aprendo la porta del Reale.

La Porta Dimensionale
Cos’è la Porta Dimensionale? Una risposta a questa domanda, da me ripetutamente rivolta a Loro nei nostri contatti è: “La Porta Dimensionale sei tu”.
Una risposta tanto enigmatica quanto pericolosa, perché rivoltami in modo personale, come se essi riconoscessero nella mia persona qualcosa che invece a me è ovviamente sfuggito per molti anni.  Del resto ho temuto queste parole, per aver visto in altri come me, venuti prima e dopo di me, ai quali qualcosa di simile è stato detto, innalzarsi in petto gli idioti demoni dell’ego, e farsi maestri d’illusione, baldanzosi condottieri di seguaci poi dispersi nella polvere, fuggiti all’amaro sapore dell’inganno. Ma non mi sono fermato di fronte a questo. Ho invece cercato di andare oltre i falsi giochi della mente, di comprendere il significato di quelle enigmatiche parole, ed anche di questo mi sono fatto carico, consapevole che in quell’abisso stellare di perfezione e silenzio in cui ho trovato rifugio e dimora non vi è separazione, né differenza, ma gioia senza limiti, sempre nuova sorpresa, la regalità che tutto possiede senza nulla essere. Nell’estatico vuoto della mente si sciolgono i pinnacoli di ghiaccio della separazione, si dissolvono le differenze, si gode della più entusiasmante integrazione nell’unità, senza confini e senza definizione.
Non si tratta di uno spazio lontano, di un punto del tempo a noi remoto, è qui, ed ora, nel punto in cui siamo in questo preciso istante. Occorre solo l’enorme coraggio di vedere, la ribellione di riconoscere a se stessi la propria libertà, l’ardore e l’autodeterminazione di affermare la propria divinità, la propria sovranità, su chi e quanto ci rende esseri finiti e mortali, peccatori imperfetti e colpevoli, servi dei ricatti di un dio che non esiste. Ma la Porta Dimensionale esiste, esiste nella luce, ed esistiamo noi che la possiamo manifestare, se rinunciamo con piena volontà ai lacci che ci vincolano alla morte, se riusciamo ad aprire in noi stessi questo varco verso la Realtà. 

La documentazione fotografica la mostra come una manifestazione esterna e visibile, in stretta relazione con la Porta Dimensionale interna che si realizza nel raggiungimento di quello stato di super-coscienza, estatico e non-duale dell’unione appassionata dei due principi opposti. Uno stato di coscienza che rende possibile il contato con altre dimensioni e con le infinite entità che vivono l’universo reale, ma che rende soprattutto possibile l’accesso e la completa immersione in campi dimensionali dove interagire, muoversi e operare nel proprio universo magico. Campi dimensionali non condizionati alle linee illusorie del tempo, in cui la nostra coscienza si proietta secondo principi di attrazione magnetica, ed ai quali possiamo potenzialmente accedere con l’intero nostro essere, trasferendo anche il nostro corpo fisico sui piani vibratori della Realtà immortale.
La Porta dimensionale sono io quindi? Certo, perché affermo di aver raggiunto tale stato di coscienza, affermo di aver toccato quella materia vivente e radiante, trovata nel punto più profondo di me, e di esserne divenuto parte.
Sono io, come lo possono essere tutti coloro che raggiungono una tale consapevolezza di sé e del proprio universo interiore. Naturalmente ognuno troverà la propria via, il proprio metodo per risvegliare in sé quell’energia cosmica, potente e misteriosa, che giace sepolta sotto la coltre delle nostre paure e dei nostri incubi. Mi riferisco ad un metodo proprio, spontaneo ed originale, non a tecniche apprese da altri, in corsi o seminari di risveglio, parlo della via già scritta nelle cellule del nostro essere, nel codice dei nostri geni, incisa a fuoco nei connotati del nostro corpo e della nostra anima.  E’ questa la Via di tutti coloro che hanno vinto l’illusione e la morte.
Il mio corpo è scritto come la Terra. Sulle piante dei piedi porto inciso il Mantra più antico che contiene il Suono di tutti i suoni. Sulla fronte il sigillo della Antica Sapienza. E sul petto il Fuoco che divampa nella Terra, e l'Acqua alla radice del mondo.
E’ questo il diritto di ciascuno di noi.
 

“Sceglietevi un’Isola…”
Alcuni uomini, si sa, vogliono negare tali diritti. E violano, loro sì, e non da ora, la libertà dell’essere, aggiungendo nuovi incubi e generando nuovi mostri nella mente degli uomini.
Ma questo è un altro discorso  e forse non occorre ingaggiare con essi una battaglia nei termini del nostro negato diritto di autorealizzazione e di liberazione. Forse, minacciati come siamo nella nostra libertà, la cosa più urgente da fare è appunto quella di impugnare il diritto che è nostro e trovare una via di uscita, che sia anche una via di fuga verso una dimensione più “umana”, dove poter vivere in pace la nostra realtà, e crescere e costruire insieme un mondo dove ognuno sia sovrano e dio del proprio universo, una stella nel firmamento in armonia con le altre stelle.
A volte credo fermamente che abbiamo bisogno di un’oasi, un’isola mediamente piccola e sufficientemente lontana dal “mondo”, uno spazio autonomo, dal punto di vista dell’esistenza naturale, dove poter pensare, amare, creare, lavorare, vivere liberamente, senza costrizioni e ricatti, senza schiavitù. O almeno un po’ più leggermente. Uno spazio sufficientemente armonico ma soprattutto un luogo di potere, un luogo sacro e radiante, un chakra nel corpo vivente della Dea, dove poter guarire, liberarsi, risvegliare l’identità cosmica e multidimensionale che noi tutti siamo, dove poter aprire i varchi di luce, attraverso i quali ripercorrere sicuri i passi di ritorno alla nostra origine.  E’ un’utopia probabilmente, o un sogno. Ma, come ho detto, già un tempo ho scelto di rendere realtà il sogno, e la voce, la mia energia vivente risvegliata ed espressa, integrata nello spettro onnicomprensivo della mia coscienza, mi è servita così tanto per comunicare ai miei simili lo splendore della nostra originaria natura, la nostra divinità che millenni di falsità ed oppressione ci hanno negato, la straordinaria opportunità che ci è offerta di ritornare ad essere liberi e sovrani immortali.
Una nuova vita, per me, e per molti di coloro che hanno avuto, in un modo o in un altro, contatti con entità extraterrestri, è ora davvero il sogno più grande.
Dagli occhi scuri pieni di stelle del piccolo alieno che più di vent’anni fa mi guardò con una certa perplessità, qui ed ora, dal silenzio abissale della Realtà, emerge il sussurro di altre parole, un pensiero rimasto inciso nel tempo e mai dimenticato. 
”Ad ogni gesto tracciato, ad ogni parola pronunciata, nel Vuoto, l’Universo si muove e parla, con te”. E’ un invito ed un augurio che porgo a quanti hanno voluto comprendere le mie parole.